Caritas Castellarano

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VOLANTINO ATTIVITÀ 2022

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1ª DOMENICA DEL MESE 

Il Centro di Ascolto (CdA) è il luogo dove la comunità cristiana [parrocchia] incontra le persone che vivono temporaneamente in uno stato di disagio. È una “porta aperta al territorio”. Cibo, lavoro, casa, diritti negati sono richieste che necessitano di una prima risposta, a volte immediata. Nelle chiese delle nostre comunità parrocchiali trovi le cassette di raccolta. Quando vai in chiesa puoi porre alimenti di lunga durata: PASTA, RISO, ZUCCHERO, OLIO, CAFFÈ , FARINA, SCATOLAME: FAGIOLI, TONNO, ECC … Quanto viene raccolto è distribuito ogni sabato a famiglie in stato di disagio … E’ VERO CHE NON POSSIAMO FARE MOLTO E’ ANCHE VERO CHE NON DOBBIAMO FARE NIENTE …

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RESOCONTO ENTRATE E USCITE 2013

RESOCONTO ENTRATE E USCITE 2012

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NUOVAMENTE SECCHIA

MERCATINO DELL’USATO

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STATUTO CARITAS PARROCCHIALE

Art. 1 – NATURA
La ‘Caritas parrocchiale’, è l’organismo pastorale che ha il compito di animare, coordinare e promuovere la testimonianza della carità nella comunità parrocchiale con funzione prevalentemente pedagogica.

Art. 2 – FINALITÀ
Le finalità della Caritas parrocchiale sono:
a) Sensibilizzare la comunità parrocchiale (le famiglie, la scuola, il mondo del lavoro, i gruppi e le formazioni di base) alla testimonianza della carità, all’impegno per la giustizia e la pace, in fedeltà la precetto evangelico della carità e in risposta ai problemi del territorio e del mondo.
b) Conoscere e ricercare le povertà e i bisogni presenti sul territorio nonché le cause e le circostanze che le originano. Favorire la presa di coscienza della comunità parrocchiale, perché se ne faccia carico sia con risposte dirette, sia stimolando la società civile attraverso adeguati servizi sociali.
c) Promuovere la nascita e la formazione di volontari (singoli e di gruppi di volontariato) soprattutto in rapporto alle maggiori forme di povertà e di emarginazione e assicurare loro una adeguata formazione spirituale e operativa.
d) Favorire la diffusione di stili di vita improntati all’accoglienza, all’ospitalità, al dono di sé:
e) Coordinare i gruppi, le associazioni, le iniziative operanti nel campo della carità, dell’assistenza, della promozione umana, così che si presentino, pur nella loro legittima specificità, come espressioni dell’unica Chiesa. Collaborare, nel rispetto della propria e altrui identità, con altre iniziative e proposte di promozione umana.
f) Sensibilizzare la comunità parrocchia ai problemi del Terzo mondo …, proponendo iniziative comunitarie di solidarietà, soprattutto verso i più poveri.

Art. 3 – STRUTTURA E ATTUAZIONE
La Caritas parrocchiale è l’espressione della carità di tutta la comunità parrocchiale. Programma la sua azione pastorale in stretta collaborazione con tutti i gruppi e organismi parrocchiali [Catechisti, Animatori della liturgia, gruppo missioni, giovani, pastorale familiare, …]
La Caritas parrocchiale si da una struttura rispondente alla configurazione umana e territoriale della comunità, può cooptare nel proprio lavoro laici più sensibili e, se ci sono, una o più religiose. La Caritas parrocchiale agisce in sintonia con il Parroco e con il Consiglio
Pastorale Parrocchiale. Presenta al Consiglio Pastorale Parrocchiale i problemi presenti in parrocchia o fuori [Terzo mondo, ecc.], le proposte di intervento e cerca di attuare quanto è stato programmato.

Art. 4 – COLLEGAMENTI PASTORALI
La Caritas parrocchiale si muove in stretto collegamento con il gruppo dei catechisti, con gli animatori della liturgia, e altri gruppi e organismi, per fare in modo che il cammino di catechesi e di liturgia e degli altri gruppi e organismi siano per tutti momenti di crescita nella carità. Il collegamento più naturale e continuativo può essere il sacerdote (parroco o altro) che è presente sia tra i catechisti, sia nel gruppo che anima la liturgia, sia nella Caritas. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è il naturale momento di sintesi di tutta la vita della comunità parrocchiale e per questo anche della dimensione caritativa..

Art. 5 – INCARICHI E DURATA
Il presidente della Caritas parrocchiale è il parroco. Eventuali incarichi a singole persone [Segretario/a, tesoriere/a, responsabili di settore, …] sono conferiti a tempo determinato (possibilmente per una durata in carica pari a quella del Consiglio pastorale parrocchiale).

Art. 6 – INCONTRI/COORDINAMENTI
La Caritas parrocchiale si riunisce con frequenza mensile, tiene costanti rapporti di collaborazione e consultazione con la ‘Caritas diocesana’ e partecipa alla formazione e programmazione da essa proposti. Un componente della ‘Caritas parrocchiale’ partecipa agli incontri delle Caritas parrocchiali della zona / Vicariato, …

Art. 7 – FONDO DI SOLIDARIETA’
La Caritas parrocchiale gestisce un fondo di solidarietà, destinato agli interventi di emergenza e per servizi di carità non sostenibili dal volontariato. Tale fondo è parte integrante del bilancio della parrocchia, è alimentato mediante forme di coinvolgimento della comunità parrocchiale di concerto con il Consiglio Pastorale Parrocchiale [quote del bilancio parr.le, e/o colletta annuale a ciò finalizzata, autotassazioni volontarie, offerte libere, …]. L ‘uso del denaro viene deciso dalla Caritas nel suo insieme. La Caritas rende pubblico ogni anno il bilancio.

Art. 8 – SEDELa parrocchia analogamente alle esigenze della catechesi e delle altre attività pastorali, mette a disposizione della ‘Caritas parrocchiale’ gli ambienti e i mezzi necessari per poter svolgere il suo servizio.

CENTRO DI ASCOLTO

Il Centro di Ascolto (CdA) è il luogo dove la comunità cristiana [parrocchia] incontra le persone che vivono uno stato di disagio. È una “porta aperta al territorio” che si caratterizza principalmente nelle seguenti funzioni:

Accoglienza. Accogliere incondizionatamente la persona nella sua integrità senza distinzione di razza, di sesso, di religione. Accoglienza come valore che ha profonde radici evangeliche.
Ascolto. Sono migliaia di operatori – in gran parte volontari – che, a nome della comunità, si impegnano ad ascoltare e “leggere” con attenzione i racconti di sofferenza. Un servizio non necessariamente professionale, ma che nasce da un mandato della comunità cristiana.
Prima risposta. Cibo, lavoro, casa, diritti negati sono richieste che necessitano di una prima risposta, a volte immediata. Possibilmente attraverso il coinvolgimento della comunità parrocchiale.
Orientamento. La complessità della società attuale si riflette nelle storie di disagio sociale che si presentano nei centri: volti di sofferenza segnati spesso da un insieme complesso di problemi. Che vanno analizzati con cura per orientare le persone verso le soluzioni più indicate, a partire dalle risorse presenti sul territorio (Centri di accoglienza, patronati, servizi sociali).
Promozione di reti solidali. La comunità è una risorsa fondamentale spesso trascurata nei percorsi di soluzione al disagio. Il territorio diventa luogo di promozione di reti di solidarietà che accompagnano le persone alla ricerca di risposte. I CdA si rapportano costantemente con i servizi sociali del territorio in termini di sussidiarietà, cercando di evitare di porsi con uno stile di supplenza.
Lettura.  Tradizionalmente i CdA vengono definiti “antenne della povertà” sul territorio. Attraverso indicatori comuni a livello nazionale i CdA, spesso in collaborazione con gli Osservatori delle Povertà e delle Risorse, trasformano gli incontri quotidiani in veri e propri percorsi di osservazione del disagio sociale.

Oggi ci sono in Italia circa 3.000 Centri di Ascolto presenti in tutto il territorio nazionale. Cda dedicati all’immigrazione, ai senza dimora, alla famiglia, alle dipendenze, sono solo alcuni esempi di “specializzazione” dovuta ai bisogni del territorio in cui si sono sviluppati. Oltre il 70% delle Diocesi italiane partecipano alla rilevazione annuale dei dati relativi agli utenti dei Centri di Ascolto nell’ambito della Rete nazionale Caritas

FOTO DEL PRANZO DI NATALE [2007], IN PARROCCHIA A CASTELLARANO, DEGLI OSPITI DELLA CASA DELLA CARITÀ E DEL CENTRO SANITARIO BELVEDERE



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