CASA DELLA CARITÀ
Casa della Carità
dona un poco del tempo che il Signore ti donal
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35ª Festa della Casa della Carità di Castellarano
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CASA DELLA CARITÀ DON GIUSEPPE REVERBERI – CASTELLARANO
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UN GIORNO IN ‘FAMIGLIA‘
La Casa della Carità di Castellarano, accoglie e ospita chi desidera prendersi una pausa dalle attività della vita di ogni giorno, per pregare, riposare, dormire, leggere, per ’stare’ con Gesù e con fratelli e sorelle che sorridono e sono aperti al sorriso nei momenti ricreativi e distensivi come pure nelle attività della casa.
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MODULO PER ‘RICHIESTA DI ACCOGLIENZA ALLA CASA DELLA CARITÀ
DON GIUSEPPE REVERBERI DI CASTELLARANO’
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18 FEBBRAIO 2017 – VISITA DEL VESCOVO MASSIMO CAMISASCA
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TESTIMONIANZA RILASCIATA NELLA VEGLIA DI PREGHIERA
IN PREPARAZIONE ALLA GIORNATA PER LA VITA [30.01.2017]
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I BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA SACRO CUORE
VISITANO LA CASA DELLA CARITÀ DI CASTELLARANO
I bambini delle sezioni pesciolini e pulcini hanno fatto visita agli ospiti della Casa della Carità. E’ stato un bel momento in cui, i bambini, con la loro spontaneità e vivacità, hanno portato un pò d’allegria agli ospiti. Hanno cantaTo le canzoni di Natale e hanno fatto dono di oggetti, realizzati a scuola, che possono essere utilizzati per decorare l’albero di Natale. I bambini, sono ritornati a scuola contenti dell’esperienza. Hanno percepito che, la loro visita a persone con qualche difficoltà, è stata una cosa importante.
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IL SIGNORE CAMBIA IL MONDO CAMBIANDO I NOSTRI CUORI
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LETTERA ALLE COMUNITÀ 26 LUGLIO 2016
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RICORDI DI PERSONE PRESENTI DURANTE LA PREPARAZIONE
E ALL’INIZIO DELLA CASA DELLA CARITÀ …
RICORDI DI Sr. CATERINA, presente all’apertura della Casa della Carità
Sr Caterina arrivò alla Casa della Carità di Castellarano il 1/4/89 e vi restò fino al 5/8/1999.
E’ entrata dopo che sono andati via gli ospiti di Casalgrande. 5-6 ospiti già presenti con Casalgrande sono rimasti con l’arrivo di sr Caterina. Ad es. Maria Ida. Sr. Caterina proveniva dalla Casa della Carità di Sassuolo. Il primo impatto con la situazione di Castellarano è stato duro. L’apertura ufficiale della Casa della Carità di Castellarano è stata fissata il 3/4/’89 per ricordare la morte dell’amato parroco don Giuseppe Reverberi.
Il giorno 4/4/89 arriva sr. Cristina. In Casa ci sono già le 2 sorelle Immovilli, Maria Ida, la sig.ra Amalia, la sig.ra Adelia e Dilva. Dopo pochi giorni arrivano mamma Edvige col figlio Giorgio Ravazzini.
Il 25/5/89, festa del Corpus Domini, si fa la processione per le vie del castello con tappa finale nel cortile della Casa. Il parroco don Pino annuncia ufficialmente l’apertura della Casa della Carità. Sr Caterina commenta che per l’occasione c’era poca gente e, per giunta, pettegola. Il 27/5/89, nel santuario di Campiano, si fanno Ufficio, Lodi e santa Messa con la distribuzione dei pani della carità. Nel pomeriggio mons. Mora, vicario del vescovo, benedice i locali della Casa della Carità. C’è più gente e ci sono anche alcune suore. L’atmosfera è migliore. Si tiene un rinfresco nel cortile della Casa con “roba” offerta o preparata dalla sig.ra Annamaria, Nacci e altre signore. Fino al settembre 1989 si è tribolato con gli ospiti e c’era poca gente che frequentava la Casa.
Il 20/8/’89 don Pino annuncia, in chiesa, che sarebbero arrivate da Reggio Emilia due gemelline. Arriveranno il 14 settembre dello stesso anno. Col loro arrivo aumenta la partecipazione della gente: chi va di mattino a dare il latte o ad aiutare ad accudire le due nuove arrivate. Nel 1990 arrivano nuovi ospiti: Aldo, Tersilla, Ida Corradini, poi….. Bruno, Giocondo, Casoni, Biagio, Valter e Francesco detto il marinaio. Il mistero a cui è dedicata dal Casa della Carità è stato proposto da sr. Cristina, accettato di buon grado da tutti.
RICORDI DI TANIA.
La bella e profonda testimonianza di Tania ci ricorda che le sue radici profonde sono legate alla Casa della Carità soprattutto per la conoscenza del Signore.
Tania si ricorda di ospiti ed avvenimenti dei primi anni.
– Lei e la gemella Cinzia arrivano alla CdC il 14 settembre 1989: poco più di un anno di età.
– Si ricorda dell’ospite Dilva che le faceva giocare e le sorvegliava, anche quando erano a letto. Cinzia e Tania dormivano bene con la musica. Dilva accudiva le gemelline anche quando giocavano, e piangevano. Le calmava facendogli ascoltare la musica. Si ricorda di partite a carte con Dilva: a briscola.
– Si ricorda che all’età di 6-7 anni, mentre frequentavano la prima o seconda elementare, alla Casa della Carità facevano il pane, la pizza ed i biscotti insieme a Sr Caterina.
– Tania si ricorda che aveva imparato a stirare fazzoletti e piccoli capi di vestiario con un piccolo ferro da stiro, da viaggio, acquistato dal fratello di sr. Caterina.
– Amava stare nella sua stanzetta dei giochi dove aveva anche dei libri.
– Altri ospiti che si ricorda sono: Alfeo Casoni, Giorgio Ravazzini e la mamma Edvige, Aldo, Rina, Ottavia e Gina Immovilli e Gabriella che diceva: siamo buffi!
– Alla fine del primo giorno di scuola elementare Cinzia e Tania sono tornate alla Casa a fare la foto con gli ospiti con il grembiulino nero. Foto bellissima, dice Tania.
– Cinzia e Tania sono andate in affido alla famiglia Braglia indicativamente all’età di 3 anni.
– Durante la settimana, in giorni diversi, le gemelline venivano alla Casa della Carità per stare in compagnia degli ospiti e fare i compiti nella stanzetta dei giochi, con l’aiuto di sr.Caterina.
– Con gli ospiti, nei pomeriggi alla Casa, ricorda che facevano anche su gomitoli di lana.
– Tania ha ricordi di giochi con la malgascia Joulie. Di parole in malgascio insegnate da sr. Saholy, di feste della befana, ecc
– Tania ha bei ricordi della infanzia alla Casa. Dice che da bambina non capiva tanto della Casa; ma ora, da grande, apprezza di più l’ambiente della Casa anche perché sente di più la vicinanza al Signore.
– Dice che con l’aumento dell’impegno per la scuola il tempo libero calava sempre più e si diradavano i ritorni alla Casa. Casa alla quale ritorna sempre con una certa emozione perchè è stata la sua prima casa.
– Ricorda l’affetto per sr Caterina, da piccola, ma anche per le altre suore, crescendo.
– Ricorda tra le altre sr. Saholy, sr. Angela, sr. Maria Teresa, sr. Maria Goretti,
– A Tania piaceva andare a “lavorare” in cucina.
– I primi tempi, le due gemelle, erano state divise: Tania con la nonna paterna e Cinzia con la mamma.
RICORDI DI GIOVANNI BRAGLIA.
Giovanni ci ricorda la bellezza di una casa nata poveramente da gente che ha donato tempo e fatica per il recupero della vecchia costruzione.
Hanno collaborato anche i tossici con un programma di recupero ed in primis sotto la paterna benedizione di don Giuseppe Reverberi che certamente è stato l’imprenditore più potente.
– Giovanni non si ricorda bene tutte le date dell’arrivo delle gemelle alla Casa. Prende atto di quanto detto da sr Caterina e da Tania.
– Dice che Cinzia è stata la prima ad essere accolta a casa Braglia perchè aveva maggior bisogno di cure per mangiare e per crescere in genere.
– Giovanni dice che Tania è stata per un po’ di tempo con sua suocera prima di essere messa insieme a Cinzia nella famiglia Braglia.
– L’ospite Dilva si era molto affezionata alle due gemelle.
– Nel 1980, per la festa dell’uva, le suore dell’asilo erano andate via da poco, si diede una bella pulita ai locali e si è apparecchiato nel cortile dove c’erano ancora tutti i giochi dei bambini, L’impegno fu premiato dai tanti avventori che sedettero a tavola, con soddisfazione.
– In quell’occasione nacque l’idea che, con un’altra pulita, si potesse trasformare l’ex asilo in Casa della Carità. Dalla pulita, in realtà, ben presto ci si rese conto che c’erano lavori di ben altra consistenza da fare per sistemare la casa. Si decise di trasformare ed adeguare gli spazi alle nuove necessità. Alcune zone della costruzione erano assolutamente inagibili ed altre inadatte per dimensioni o per impossibilità di usufruirne in modo degno.
– La struttura dell’ex asilo era stata acquistata da don Reverberi nel 1926 rilevandola da caserma dei carabinieri. I bambini hanno cominciato ad usufruire dell’asilo a partire dal 1928 che ha continuato l’attività fino al 1980.
– Oltre alla funzione di asilo il sabato c’era anche catechismo. In certi periodi c’è stata la scuola di cucito, subito dopo la seconda guerra mondiale, nello stanzone sopra al refettorio.
– La struttura muraria, un tempo, era diversa da come si presenta ora. Mancavano delle parti che sono state fatte successivamente.
– La zona di sud ovest era stata usata, nel 1945, anche da abitazione per rifugiati che avevano avuto la casa bruciata durante la guerra. Le suore vivevano nelle stanze al primo piano verso via Toschi.
– Nell’inverno ‘80-’81 si passò molto tempo per fare rilievi per capire come si potesse utilizzare e modificare la casa per la nuova destinazione d’uso. Probabilmente anche tutto il 1981 è stato utilizzato per fare rilievi e bozze per ipotizzare una sistemazione per il nuovo utilizzo.
– Dove ora c’è l’ascensore c’era una scala ripidissima. Per andare al primo piano c’era anche la scaletta stretta, sul lato ovest, che però aveva accesso solo dalla strada.
– Dopo tanto lavoro volontario, spesso notturno e festivo, verso il 1986-87 l’opera era “pronta” al nuovo uso. Giovanni dice che quasi tutte le sere, ed al sabato, per alcuni periodi, c’erano anche 6-7 persone. Altri periodi invece non c’era quasi nessuno. Però appena prima di aprire la Casa ci fu la donazione della parte della casa lato est. Con gli ospiti di Casalgrande già in casa, si fece sistemare la parte donata alla impresa Buffagni. I volontari avevano finito le energie e, per fortuna c’erano un po’ di soldi da parte.
Bisogna ricordarsi anche del gruppo di ex tossico dipendenti della Casa del Giovane di Pavia con lo zio TOM che, come programma di recupero, ha fatto buona parte dei pavimenti ed una parte dell’impianto idraulico. Circa un mese di lavoro, in totale.
La Ditta Campani sistemo’ il tetto mentre era superiora sr. Caterina.
NOTE DI DON PINO BRUGNOLI
Parroco negli anni della preparazione e apertura della Casa della Carita’
Dopo dieci anni, passati a Reggio (Villa Ospizio), come “curato”, Mons. Baroni, nell’ottobre del 1978, mi nominò Parroco di Castellarano. I primi mesi passarono velocemente, osservando le varie realtà del paese e le necessità più urgenti della comunità parrocchiale.
Devo fare una premessa: io ho avuto la fortuna di conoscere da bambino un santo prete, anche se un po’ matto: Don Mario Prandi. Essendo io di Villa Seta, avevo come parroco don Ezio Tazioli, nativo di Fontanaluccia. Specialmente d’estate mi portava spesso con lui a casa sua. Le visite frequenti alla Casa della Carità ha fatto nascere in me un desiderio particolare….
Per un parroco è facile sentire le necessità più urgenti verso i piccoli, verso i giovani e verso i più bisognosi, anziani e non. Giunto a Castellarano, il primo grosso impegno fu quello della Scuola materna, esistente, ma in condizioni precarie. Prendendo in mano un progetto realizzato dal geom. Ravazzini Gualberto, partimmo subito per la realizzazione della nuova Scuola materna. Poi seguì la costruzione della Palestra polivalente, pensando ai tanti giovani, sempre più abbandonati a se stessi. Più avanti arrivò anche il nuovo Oratorio “Don Bosco”
Nel frattempo, terminata la costruzione della scuola, contattai don Mario manifestandogli il desiderio di una Casa della Carità da realizzare negli ambienti della vecchia scuola. Era un sogno che da tempo portavo con me. Don Mario, nonostante il momento delicato, specialmente per la carenza di vocazioni, mi incoraggiò ad andare avanti, promettendomi il suo appoggio morale e non solo… Anche la comunità di Castellarano si mostrò favorevole. Solo pochi avrebbero voluto realizzarla fuori paese… La Scuola materna rimase libera nella primavera del 1981.
Dopo vari incontri decidemmo di partire, confidando nella Provvidenza e nel volontariato, non potendo affidare l’opera ad una impresa, per mancanza di fondi. Vari, anche se non tantissimi, furono i volontari che prestarono la loro opera gratuitamente. Si lavorava di sera, dalle 21 a mezzanotte e oltre. Solo qualche pensionato lavorava anche di giorno. Per non dimenticare nessuno, non nomino chi, con tanta generosità ha prestato il proprio servizio. E’ doveroso però ricordare e ringraziare chi si è preso la responsabilità di assistere e guidare ogni attività. E’ Giovanni Braglia.
Mi perdonino gli altri, ma un grazie particolare lo devo ad un pensionato che, anche da solo, ha passato giornate intere, con la carriola e il badile in mano: Silvio Borghi. Oltre a lui, lasciatemi ricordare due giovani, che, al tempo fidanzati, hanno rifatto tutto l’impianto elettrico: Giuseppe Baldaccini e Rita Conti.
Partire per un’opera del genere senza una base economica sicura, pensandoci ora, vuol dire che eravamo un po’ matti, ma la fiducia nella Provvidenza e la spinta di quel prete, santo e matto insieme, hanno dato la spinta per andare avanti. Dall’alto Qualcuno ci assisteva.
Alcune donne della parrocchia, con varie iniziative e tanto impegno, hanno finanziato, quasi totalmente, la ristrutturazione della vecchia scuola. Lasciatemi ringraziare chi ha coordinato questo “lavoro” materiale: la signora Anna Maria Messori in Braglia, ora in paradiso; allora aiutata dalle signore Nacci e Carla Montavoci.
Per alcuni interventi particolarmente impegnativi, ci siamo rivolti a ditte specializzate, ad esempio: l’ascensore, il tetto, …..
Don Mario, quando si fermava a vedere come procedevano i lavori, ci ricordava sempre due cose: mi raccomando: togliete ogni gradino esistente e fate tanti bagni.
Abbiamo passato tanti momenti in questa “Casa” belli, allegri, ma anche difficili e pesanti. Il desiderio di fare qualcosa di utile ad altri fratelli che ne avrebbero avuto bisogno ci spingeva ad andare avanti comunque.
E’ passato parecchio tempo, da quando siamo partiti. Con l’aiuto del Signore, di Maria santissima, di don Giuseppe Reverberi (a lui dedicata) di don Mario e di tanti volontari, ai quali va un grazie infinito. Nell’autunno del 1985 la casa era abitabile di nuovo.
Nello stesso periodo, a Casalgrande, decisero di ristrutturare la loro “Casa Protetta”, ci chiesero di poter usare la nostra “Casa” per i loro ospiti, per alcuni mesi. Sono passati quasi tre anni.
Finalmente, nella primavera del 1989 partimmo con la nostra “CASA DELLA CARITA –Don Giuseppe Reverberi-“, inaugurata il 3 aprile, anniversario della sua morte. “Grazie al Signore e a Maria santissima”
CASA DELLA CARITA – CORTILE INTERNO