Don Giuseppe Reverberi

Arciprete di Castellarano – Reggio Emilia

Il 3 aprile 1942 – Venerdì Santo – chiudeva la lunga e santa vita a Castellarano, il Sac. Giuseppe Reverberi.

Fare la carità, dare senza riserva, senza calcolo, dare in ogni momento, correre alla ricerca della mano vuota del povero, e andare oltre, domandare la carità, per amore di Dio; sì, tutto questo per tanti anni, dal primo fino all’ ultimo giorno del suo sacerdozio.

I tanti episodi della sua eroica carità, passando di bocca in bocca, hanno ricevuto il misterioso battesimo, di amore e di venerazione che il popolo cristiano dona al ricordo delle anime sante, rivestendoli di luce sovrannaturale.

Soltanto la santità fa leva sul mondo e arrivare alla santità per Don Giuseppe voleva dire schiacciare l’amor proprio, vivere nell’amor di Dio, affrontare la povertà volontaria e la croce. Ma tutto questo nella semplicità di una sola espressione, spoglia di qualsiasi singolarità, di altezze impossibili, espressione che il suo popolo poteva sempre capire: salvare l’anima.

L’umiltà è stata, insieme alla carità più ardente, la caratteristica di Don Giuseppe Reverberi. Essere l’ultimo sacerdote della Diocesi, nascondersi sempre, ricercare tutte le occasioni per essere dimenticato, per velare i suoi atti di virtù; il suo grande studio, la sua grande preoccupazione. Cosi, riuscì a morire povero, senza nessun titolo, nella soave illusione, che nessuno pensasse a lui, mentre tanti confratelli, amici, parrocchiani vivevano nel grande alone di serenità che egli con la sua umiltà diffondeva attorno e i poveri lo hanno immortalato col titolo del “Prete della carità”.

La sua tomba, uguale a quella dell’ultimo dei suoi poveri, è meta di tanti che lo vanno a ritrovare per sentirsi rasserenare nell’ora dell’angoscia e rifare più buoni da lui che ancora parla e lavora sull’anima dei suoi figli.

Con la povertà che sempre ha amato in vita e insieme all’umiltà alla quale si è avvinto con dedizione eroica, aleggia attorno a quelle zolle il palpito di vita del suo grande cuore che non si è spento.

In una atmosfera di serenità e di semplice devozione, la sua memoria si fa sempre più profonda nell’animo del suo popolo e di tanti che dal racconto della sua vita lo imparano a conoscere. La sua personalità, svestita delle piccole cose della vita di ogni giorno, è, nella luce della santità, fatta presente alle anime che lo sentono come una cara intimità di cui non si può fare a meno.

 

Il Servo di Dio Sacerdote GIUSEPPE REVERBERI

Il Servo di Dio Sacerdote GIUSEPPE REVERBERI, splendida e mitissima figura di sacerdote e parroco, nacque a Montecchio Emilia il 4 Giugno 1865. l seminari di Marola e Reggio E. lo ebbero tra gli alunni più diligenti e pii.

Fu consacrato sacerdote il 22 settembre 1888. Dopo breve permanenza nelle parrocchie di Cadelboscosotto, Bibbiano e Roteglia, dalla stima dei superiori fu chiamato a 29 anni a reggere l’importante pieve di Castellarano. Fu zelantissimo pastore, svolgendo il suo fervido apostolato in ogni campo di attività pastorale.

Curò lo splendore della casa di Dio: e la chiesa parrocchiale e il Santuario di Campiano furono più volte abbelliti per la sua generosità. Predicatore efficace, fu missionario diocesano, e molte anime tornarono a Dio attratte dalla sua virtù.

Visse in semplicità di vita. Fu di ben nota inesauribile carità e umiltà profonda: e tutto e solo e sempre dedito alle opere di pietà e salvezza delle anime.

Coronò la sua santa vita con una morte edificante il venerdì santo, 3 aprile 1942. Volle umile sepoltura: ma il ricordo delle sue virtù si accrebbe sempre più, e la venerazione dei fedeli fu ed è tale che a lui si ricorre fiduciosamente per impetrare grazie.

Il 13 ottobre 1953 il suo corpo fu esumato e con pompa solenne, moltitudine di popolo e imponente numero di sacerdoti portato nella chiesa parrocchiale di Castellarano dove gli fu preparata splendida sepoltura, sulla quale si legge questa iscrizione – Perla del clero reg-giano, per 48 anni santo arciprete di questa pieve, lasciò di sue splendide virtù imperituro ricordo. Voglia Iddio che per la sua gloria venga posta sul capo del Venerando Sacerdote l’aureola dei santi, ad edificante onore del clero in cura d’anime, a consolazione di tutti i fedeli.

 

 

Preghiera per ottenere grazie e la glorificazione del Servo di Dio SAC. GIUSEPPE REVERBERI

Riguardate, Gesù benedetto, al vostro Servo fedele Sac. Giuseppe Reverberi, che vi circondò di tanto amore, specialmente nel S.mo Sacramento, ed esaudite le preghiere che confidiamo si degni presentarvi per le nostre necessità. [Pater, Ave, Gloria]

Voi, Vergine Madre, della quale parlava sempre con profonda commozione e che tanto onorò nel grazioso Santuario di Campiano, confermateci sempre nella fiducia verso di Voi ed esaudite le sue preghiere, che confidiamo vorrà presentarVi a nostro vantaggio. [Tre Ave Maria]

Glorioso S. Giuseppe, che il Servo di Dio, portando il vostro stesso nome, pregò e onorò in vita, interponete il vostro efficace patrocinio e ascoltate le preghiere che egli vorrà presentarvi per impetrarci la grazia ………………………….. che umilmente domandiamo. [Pater, Ave, Gloria]

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Chi ricevesse grazie per la intercessione del Servo di Dio Sac. Giuseppe Reverberi

è pregato di darne notizia al Parroco di Castellarano [RE]

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UNA PERLA DI PRETE

E’ stato pubblicato dalla Parrocchia un libro su don Giuseppe Reverberi, parroco di Castellarano dal 1894 al 1942. “Questo breve profilo di don Giuseppe Reverberi mi è stato richiesto dall’attuale Arciprete di Castellarano. La pubblicazione vuole essere semplice e popolare. Il riflettere su parole, gesti e atteggiamenti di don Giuseppe Reverberi per coordinarli ed esprimerli, ha maturato in me la convinzione di essere veramente davanti a ricchezze interiori profonde che chiamiamo santità. Al tempo stesso, mi sono accorto che, per quanto ci si avvicini, si rimane sempre sulla porta del mistero di una persona. Un grazie a Dio per questo “incontro” che mi ha arricchito spiritualmente, diventa spontaneo; è il minimo che io possa dire”. [Prefazione del libro]

“Castellarano, dal 1894 al Venerdì Santo del 1942, non solo ha udito il Vangelo, ma ha visto il Vangelo”.[Paolo Rabitti Vescovo]



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