Norme generali

CANTI E PREGHIERE DELL’ASSEMBLEA

PRESENTAZIONE

Le parole più antiche della Bibbia – dicono gli studiosi – sono le parole di un canto. Il canto di Maria, sorella di Mosè, cantato ancora oggi: “Cantate al Signore perché ha mirabilmente trionfato: ha gettato in mare cavallo e cavaliere!. [Esodo 15, 21]. Attorno a questo canto di vittoria è cresciuta la Parola di Dio che come la cera attorno allo stoppino forma la candela della Bibbia che ha illuminato la vita del popolo di Israele lungo la sua storia. [cfr
Carlos Mesters]
Dove c’è vita in comunità esiste il canto e dove c’è il canto si celebra la vita. Questo è il servizio che “Canti e Preghiere dell’Assemblea” vuole prestare alle nostre celebrazioni liturgiche. Il miglior risultato del rinnovamento liturgico proposto dal Concilio Vaticano II è la partecipazione di tutta la Comunità sempre più attiva, cosciente, piena e fruttuosa, che porta i fedeli ad un crescente impegno nella vita e nella missione della Chiesa e li porta a celebrare il loro cammino in Comunità con espressioni genuine di fede e di preghiera.
Il canto non solo è importante, ma è necessario. I documenti del Concilio Vaticano II dicono: “La tradizione musicale della Chiesa costituisce un patrimonio d’inestimabile valore, … specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne. Il canto sacro è stato lodato sia dalla sacra Scrittura, sia dai Padri, sia dai romani Pontefici; … la musica sacra sarà tanto più santa quanto più strettamente sarà unita all’azione liturgica, sia dando alla preghiera un’espressione più soave e favorendo l’unanimità, sia arricchendo di maggior solennità i riti sacri”. [Vat. II – SC, 112]. “I testi destinati al canto sacro siano conformi alla dottrina cattolica, anzi siano presi di preferenza dalla sacra Scrittura e dalle fonti liturgiche”. [Vat. II – SC, 121].
Il canto è una necessità, in esso la Comunità celebra e testimonia la gioia e la speranza, riceve nuovo impulso, si fortifica nelle difficoltà. Il popolo di Dio cantava, pregava, affrontava le difficoltà come le nostre Comunità oggi.
“Preghiamo cantando” sia un nuovo Libro dei Salmi per le Comunità che celebrano, partecipano e vivono il Mistero della Salvezza. Il linguaggio universale della musica aiuti la nostra preghiera, il nostro incontro con il Signore e con i fratelli.
I ‘Criteri, orientazioni e indicazioni per quanto riguarda il canto nella Celebrazione Eucaristica alla luce dell’Ordinamento Generale del Messale Romano’ e l’indice tematico inseriti in questo libro vogliono essere un aiuto per fare in modo che il canto si armonizzi con il tempo liturgico e il momento specifico della celebrazione. Gli animatori della liturgia e le commissioni della liturgia vedano di realizzare incontri, imparare bene i canti nel preparare le celebrazioni delle Comunità. “La liturgia, mentre ogni giorno edifica quelli che sono nella Chiesa per farne un tempio santo nel Signore, un’abitazione di Dio nello Spirito, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo, nello stesso tempo e in modo mirabile fortifica le loro energie perché possano predicare il Cristo. Così a coloro che sono fuori essa mostra la Chiesa, come vessillo innalzato di fronte alle nazioni, sotto il quale i figli di Dio dispersi possano raccogliersi, finché ci sia un solo ovile e un solo pastore”. [Vat. II – SC, 2]. Il Signore ci illumini e ci guidi perché le nostre liturgie facciano di noi tutti il ‘tempio santo nel Signore’ e autentici testimoni della Parola e della persona di Gesù Cristo. [Vittorio Trevisi]

PRESSO LA SEGRETERIA DELLA PARROCCHIA È POSSIBILE TROVARE

CANTI E PREGHIERE DELL’ASSEMBLEA

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LETTERA APOSTOLICA DUODECIMUM SAECULUM

di Giovanni Paolo II

L’autentica arte cristiana è quella che, mediante la percezione sensibile, consente di intuire che il Signore è presente nella sua Chiesa, che gli avvenimenti della storia della salvezza danno senso e orientamento alla nostra vita, e che la gloria la quale ci è promessa, trasforma già la nostra esistenza. L’arte sacra deve tendere ad offrirci una sintesi visuale di tutte le dimensioni della nostra fede. L’arte della Chiesa deve mirare a parlare il linguaggio dell’Incarnazione ed esprimere con gli elementi della materia colui che “si è degnato di abitare nella materia e operare la nostra salvezza attraverso la materia”, secondo la bella formula di san Giovanni Damasceno (Sermo de imaginibus, I, 16: PG 94, 1246A).

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Conferenza Episcopale Italiana

Roma, 31 maggio 1996,

La presente Nota pastorale viene pubblicata per ribadire che l’adeguamento liturgico delle chiese è parte integrante della riforma liturgica voluta dal Concilio Ecumenico Vaticano II: perciò la sua attuazione è doverosa come segno di fedeltà al Concilio. L’adeguamento delle chiese non si può considerare un adempimento discrezionale né lo si può affrontare secondo modalità del tutto soggettive. La fedeltà al Concilio comporta adesione convinta agli obiettivi, ai criteri e alla disciplina che autorevolmente ne guidano l’attuazione su scala nazionale, in comunione con la Chiesa universale.

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