Parrocchia di Roteglia

 

BREVE STORIA DI S. DONNINO M. E DI ROTEGLIA

Dopo aver consultato diversi testi, sono riuscito a tratteggiare in breve la figura dell’uomo Donnino che i nostri avi fin dal 827 d.C. invocarono come protettore e patrono della nostra nascente comunità di Roteglia. Sulla vita di questo grande santo le notizie sono scarse e riguardano soprattutto l’ultima parte della sua vita e il suo martirio, avvenuto nel 304 d.C. durante una delle ultime persecuzioni ordinate dall’imperatore Massimiano (28-9-305 d.C.)

Lo storico Lusuardo, vissuto un secolo più tardi, fa la prima descrizione di Donnino, senza accennare peraltro alle sue origini. Racconta della carriera militare di questo baldo giovane, che, dal’ esame istologico sulle sue ossa, misurava 1,70 cm di altezza e al momento della morte aveva 42 anni circa: dapprima a capo di una centuria della famosa legione tebea, composta da soldati romani, (si presuppone quindi che Donnino fosse di origine romana), salì i gradini militari e fu nominato “Cubiculario” vale a dire, addetto alla camera imperiale di Massimiano nella città di Milano. A Treviri (Germania) lo stesso imperatore venne incoronato dalle stesse mani di Donnino.

Messi dell’imperatore, scoprono più tardi, che Donnino si era convertito alla religione cristiana e, col suo esempio, aveva fatto molti proseliti tra i soldati. Indignato, Massimiano, fiero persecutore dei cristiani, ordinò a Donnino di abiurare la sua fede e di bruciare l’incenso a favore degli dei pagani. Dannino rifiutò e decise di fuggire assieme ad un gruppo di compagni di fede, verso Roma. Uscì dal’accampamento militare di Treviri, col favore delle tenebre, non senza fatica attraversò la Germania, varcò le Alpi e , sempre a cavallo fiancheggiò Milano, quindi, decise di percorrere il tracciato della Via Claudia (l’attuale via Emilia). Quando giunse all’altezza di Piacenza, si rese conto di essere seguito dai soldati dell’imperatore che, accusandolo di tradimento, ne aveva decretato la morte. Il gruppo di cavalieri cristiani si divise in tre direzioni.

Donnino a 15 km da Parma, abbandonò la Via Claudia, nascondendosi in un canneto tra Borgo e il torrente Storone. Gli sgherri dell’imperatore restarono però sulle sue tracce e Donnino venne catturato vicino al torrente e subito decapitato con la spada, secondo le esecuzioni romane dell’epoca. I messi imperiali raccontarono che Donnino, appena decapitato, raccolse con le mani la sua testa, attraversò il torrente e proseguì per circa 150 metri, crollando nel luogo dove la pietà cristiana innalzò di seguito il grande duomo romanico di Fidenza, che ancora oggi conserva le sue spoglie mortali.

Donnino fu un Santo subito venerato dopo il suo martirio. Nella sola Emilia, ben 47 chiese sono a lui dedicate, tra le quali quella di Roteglia. Nei secoli molte grazie sono state attribuite a questo Santo; citerò brevemente solo tre episodi accaduti durante l’ultima guerra e che meritano di essere menzionati. Chi scrive era presente.

Il 30 luglio 1944, in seguito ad un attacco partigiano al centro del paese, tre tedeschi, compreso il comandante, vennero uccisi. Scattò immediatamente la rappresaglia dei tedeschi, che setacciarono il paese saccheggiando e bruciando varie abitazioni. Radunarono poi la popolazione in piazza, e in poco tempo oltre 400 persone si trovarono davanti a tre fucili mitragliatori pronti a far fuoco. Pochi mesi erano passati dalla strage di Monchio e la gente si aspettava lo stesso tragico epilogo. Silenziosamente la gente piangeva e, pregando, invocava San Donnino in attesa degli eventi. Il parroco, don Ettore llariucci, anche lui catturato in mezzo ai suoi parrocchiani, impartì l’assoluzione a tutti i presenti. Atterriti passammo diverse ore al sole in attesa dell’esecuione e sul calar della sera ci rinchiusero poi nel granaio della famiglia Maffei.

Fu una notte terribile, senza mangiare né bere e il mattino seguente il nuovo comandante tedesco, a sorpresa, ordinò di liberarci, tra l’incredulità degli stessi soldati.

Il secondo episodio e la relativa grazia, si riferiscono al 3 gennaio 1945. La sera di quel giorno, sulla strada provinciale nei pressi della “Cà Nuova” di Roteglia, un gruppo di partigiani uccise un sergente polacco, mentre ritornava in caserma tra i suoi commilitoni. Era il braccio destro del tenente Zeld, comandante del distaccamento di Castellarano. Il segno dell’esecuzione con il sangue sulla strada era evidente ma, al mattino, prima dell’arrivo dei tedeschi in cerca del camerata, cominciò a nevicare e si coprì ogni traccia. Il comandante tedesco catturò oltre duecento ostaggi tra la popolazione di Roteglia, costringendo diversi padri di famiglia, assieme a giovani e ragazze, a seguirlo. Questi furono trasferiti (a piedi) nelle cantine sotto al comune di Castellarano. Il tenente Zeld convocò il parroco di Roteglia e gli riferì che se entro 24 ore non fosse rientrato il sergente polacco, i prigionieri sarebbero stati fucilati. Tutti sapevano, tranne i tedeschi, che il sergente polacco non sarebbe più rientrato. Della gravità della situazione fu avvertito anche il parroco di Baiso, Monsignor Rabotti che, conoscendo bene il tedesco, si recò a piedi a Sassuolo presso il comando superiore dei tedeschi, per chiedere la liberazione degli ostaggi: tremava dalla paura, come racconterà in seguito, ma teneva tra le mani l’immagine di San Donnino che, a suo dire, gli suggerì le parole da dire all’impassibile generale tedesco. Questi lo stette ad ascoltare in silenzio e alla fine fece un cenno di sorriso e firmò il visto per la liberazione dei rotegliesi.

L’ultimo pauroso episodio avvenne il 14 marzo 1945 quando, due caccia americani, sganciarono a bassa quota quattro bombe attorno a Roteglia. Le ultime due caddero a venti metri dalla scuola elementare che, al momento, ospitava ben 120 bambini. Lo scoppio fragoroso infranse tutti i vetri ma fortunatamente non ci furono feriti. Anche questa volta la gente fu riconoscente al Santo del paese che festeggiamo ogni anno il 9 ottobre (dies natalis, cioè il giorno in cui venne martirizzato). [Giuseppe Debbi].

 

Paesaggio di Roteglia

ROTEGLIA

Ant. Parr.le Roteglia

 ANTICA CHIESA PARROCCHIALE

Nuova Parr.le Roteglia 02

CHIESA PARROCCHIALE ATTUALE

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MISSIONE GIOVANI A ROTEGLIA – dal 19 al 27 0tt0bre 2013

 

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PROGRAMMA DELLA MISSIONE GIOVANI 2013



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